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Roadtrip Marocco: Mirleft e l’Arco di Legzira sull’oceano atlantico | 10°&11° giorno

Dopo il deserto e giorni di paesaggi aridi, di terra rosso fuoco e qualche oasi, è  ora di dirigersi verso il blu dell’oceano.

Mirleft:

Profondo sud marocchino, attraversiamo Tiznit e proseguiamo per Mirleft per ora di pranzo. Dopo settimane di tajine di tutti i tipi, siamo felici di ritrovarci sul litorale per poter finalmente mangiare del buon pesce appena pescato. Ci rechiamo in un ristorante consigliatoci all’arrivo, aspettiamo un po’ e osserviamo le tartarughe nel giardino.

Il tempo passa, il cameriere si scusa e dopo più di mezz’ora ci dice che a causa di un controllo a sorpresa della polizia la cucina è andata in tilt. Dopo ulteriori 20 minuti riceviamo una bottiglia d’acqua e il pane, ma del pesce neanche l’ombra: “bisogna pulirlo, poi metterlo sulla griglia…” e in quasi un’ora nessuno è stato capace di farlo…

Decidiamo di andarcene e non lontano troviamo diversi locali che grigliano il pesce davanti ai vostri occhi, preso direttamente dal mercato del pesce sito di fronte. Tempo neanche dieci minuti e siamo a leccarci i baffi davanti al pesce tanto agognato. Dopo pranzo posiamo le nostre cose e ci riposiamo nel B&B di Mirleft dove abbiamo deciso di trascorrere la notte, prima di riprendere la macchina in direzione Sidi Ifni, ancora più a sud.

Legzira:

Prima di raggiungere Sidi Ifni ci fermiamo alla spiaggia di Legzira, a qualche chilometro più a nord. Su questa spiaggia si può ammirare un arco di roccia rossa, formato dall’erosione dell’acqua e degli agenti atmosferici. Sfortunatamente il più grande degli archi è crollato qualche mese prima del nostro arrivo ma un altro più piccolo, ma altrettanto bello e impressionante è rimasto ancora intatto, e quando ci si passa sotto ci si sente davvero piccoli piccoli.

Dopo un bagno rinfrescante nelle acque meno miti (rispetto al mediterraneo) dell’oceano atlantico e qualche ora passata ad abbronzare, facciamo un giro a Sidi Ifni, piccolo borgo sulla costa, ammirando le sue casette bianche che ricordano il passato di colonia spagnola, girando tra le bancarelle e il mercato del pesce aspettando la cena per divorare una paella marocchina e un tajine….. stavolta ai frutti di mare!

Il giorno seguente risaliamo seguendo la costa e la strada panoramica, stavolta verso nord in direzione Essaouira, fermandoci due volte lungo la strada. La prima per una breve visita al Parco Nazionale di Souss Massa. Breve perché ci fermeremo per circa un’ora ma il posto merita di essere scoperto con calma anche per qualche ora in più.

In quest’oasi naturale si possono osservare diversi tipi di uccelli, cormorani, aironi e i “fratini”, uccellini simpatici che corrono sulla sabbia. Ciò che impressiona è la tranquillità di questo luogo, i suoi meravigliosi paesaggi ed è importante che sia una riserva naturale protetta che difende la biodiversità e lotta contro la desertificazione. Ci si può fare birdwatching, lunghe camminate con una guida e perfino passarci la notte.

Non possiamo restare oltre perché abbiamo ancora un po’ di chilometri davanti a noi e un colloquio di lavoro su skype, che Fork farà in un hotel di lusso sperduto, trovato per caso in mezzo al nulla, e che ci ha gentilmente aperto le porte affinché potessimo usufruire del loro wifi.

Attraversiamo Agadir e le sue distese infinite di coltivazioni di pomodori, meloni e tanto altro, il traffico mostruoso che ci da solo voglia di lasciarla il più rapidamente possibile. La destinazione è molto in voga tra i turisti, ma i palazzoni e la folla non ci attirano per nulla. Ancora un po’ di strada e saremo a Taghazout.

Taghazout:

Arrivati, posiamo gli zaini in un piccolo appartamento in cui fa molto caldo. Saliamo sul tetto terrazza e approfittiamo del panorama sul mare per rilassarci sui divanetti, raggiunti dopo poco dai gatti del quartiere, venuti ad ascoltare la nostra performance alla chitarra.

L’atmosfera che si respira qui è particolare. Quello che una volta era esclusivamente un villaggio di pescatori è diventata una destinazione per surfisti. Le scuole di surf si alternano ai locali alla moda con luci soffuse e musica lounge, senza contare le turiste in costume due pezzi, senza timori, al punto che non sembra più di essere nel Marocco attraversato in queste ultime settimane e in cui siamo abituati a vivere, ma in una destinazione occidentale.

Troppo bello per essere vero… Taghazout ci riserverà una “sorpresa” ma avremo le prime avvisaglie solo il giorno dopo, quando saremo in viaggio per Essaouira…

Tutte le foto del nostro road trip nel sud del Marocco:

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