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Road trip sud Marocco: 1° giorno immersi nel verde tra Fès – Oum Rabia – Midelt

Si parte! Il fatidico giorno è finalmente arrivato, partiamo per un super road trip viaggio di nozze alla scoperta del Sud del Marocco, per concludere in bellezza la nostra esperienza di quasi due anni in Marocco.

Partenza in treno da Meknes a Fes, dove abbiamo noleggiato un’autovettura. Non ci fermiamo a Fès perché conosciamo già la città ma ci faremo un salto al ritorno. Abbiamo solo qualche timore dopo una brutta esperienza recentemente fatta in Italia con Goldcar, che ci ha addebitato circa €200 di supplemento perché la nostra carta non era di credito ma di debito. Speriamo che non capiti lo stesso anche stavolta, ma fortunatamente tutto fila liscio come l’olio.

Come l’anno scorso a per il nostro road trip a Chefchaouen anche quest’anno abbiamo noleggiato l’auto sul sito di Auto Europe che, contrariamente a quanto farebbe pensare il nome, propone autonoleggio su tutti i continenti. L’abbiamo ritirata presso un’agenzia vicino alla stazione di Fès. Ci viene persino proposta un’autovettura più grande di quella inizialmente noleggiata, una Citroen Elysee. Non sappiamo neanche se questa macchina sia commercializzata in Europa ma poco importa: l’auto funziona, l’aria condizionata anche, cacciamo il nostro GPS e ingraniamo la marcia.

La prima giornata sarà lunga: sei ore di strada in tutto per circa 300 km. Direzione Midelt, passando per la sorgente di Oum Rabia (qui l’itinerario completo)

Passiamo per Ifrane con i suoi tetti spioventi e Azrou, attraversando grandi distese verdeggianti. Quest’anno ha piovuto tanto in questa parte del Marocco, e trovandoci in una regione agricola il panorama è lontano dall’immagine da cartolina che si può avere del paese. Colline, cipressi, vigneti e alberi di olivo a perdita d’occhio, ogni tanto una scimmia che scappa appena ci avviciniamo.

A ora di pranzo , la nostra prima tappa sarà la sorgente di Oum Rabia. Lasciamo l’auto sul parcheggio improvvisato e continuiamo a piedi. In Marocco ovunque ci si fermi c’è sempre, sempre – anche nel posto più sperduto – un parcheggiatore abusivo che vi chiede qualcosa, nei luoghi turistici una somma fissa altrove qualche Dirham. Il lato positivo è che la macchina è custodita e non ci sono rischi anche se si lasciano cose nel bagagliaio.

Prendiamo il sentiero che scende sul fiume e ci troviamo davanti a piccole capanne costruite sul bordo dell’acqua, attraversiamo un ponte artigianale in legno e ci fermiamo in una di queste. Ordiniamo un tajine, senza sapere bene quale (le donne in cucina parlano solo marocchino) e quando arriva a tavola scopriamo gli ingredienti principali: carne di capra e verdure di stagione.

Ci sono decine di capanne lungo il fiume, i marocchini vengono in famiglia per approfittare della freschezza del luogo. Comincia a fare caldo, l’ acqua è molto fresca, c’è chi immerge le bibite per conservarle al fresco, chi i piedi per rinfrescarsi. Non si vedono turisti, il pranzo è veramente alla marocchina (senza posate) ma c’è il fiume per lavarsi le mani e la cosa non ci disturba. La tajine è deliziosa e la finiamo tutta, approfittiamo della tranquillità e della frescura del luogo, posandoci sui cuscini per un riposino cullati dal mormorio dell’acqua.

Continuiamo poi risalendo lungo il fiume fino alla “grotta”. Non troviamo però nessuna grotta ma un cartello scritto a mano con una tariffa di 5 Dirham (circa 50 centesimi di Euro). Temiamo di trovare la sorgente senza acqua in piena estate invece ci troviamo davanti ad una bella cascata con bambini che si gettano nell’acqua ghiacciata appena sotto di noi, una coppia ha persino portato un canotto gonfiabile per avvicinarsi il più possibile alla cascata. Restiamo qualche minuto ad ammirare il panorama dopodiché compriamo un po’ di ciliegie visto che è il periodo e ci troviamo non lontano dalla regione di Sefrou città nota per il festival delle ciliegie, e ritorniamo alla nostra auto.

La strada per Midelt comincia con una ripida salita su un sentiero di terra battuta e brecciolini. Pensiamo che si tratti solo di un piccolo tratto prima di ritrovare una strada asfaltata ma non è così. La strada per Midelt sarà lunga, molto lunga, perché andremo al massimo a 30 km orari. Questo perché abbiamo preso la strada provinciale P7317 (“grazie” TomTom!) che attraversa la foresta di Cedri invece di tornare ad Azrou. Ci troviamo quindi su un sentiero in terra battuta a volte con enormi buche ed enormi pozzanghere di fango dove speriamo di non forare una gomma o rimanere impantanati e nessuno, nessuno, che venga dalla direzione opposta o che ci segua per circa due-tre ore. Ci siamo capiti: una strada di cui ci ricorderemo a lungo! Al contempo però il paesaggio è stato magnifico tra foresta con alberi maestosi, distese immense di tutti i colori, montagne di un rosso intenso e paesini dalle case di terra. Raggiungiamo Midelt un po’ più tardi del previsto ma in tempo per la cena.

Il sole è appena tramontato, la luna comincia a fare capolino sopra alla magnifica Kasbah in cui trascorreremo la notte. Costruita integralmente in modo artigianale e all’antica con materiali locali: terra, paglia, legno, canne, la kasbah Izoran non è per questo meno comoda. La troviamo anche molto conviviale, a cena ci ritroviamo con gli altri viaggiatori, tra cui un trio tutto al maschile che incroceremo più volte nei giorni seguenti. Ne approfittiamo per scambiare qualche chiacchiera anche con il padrone di casa, Mustafa, mentre i suoi simpatici bambini giocano nel salotto. come a casa.

Quando la stanchezza comincia a farsi sentire raggiungiamo la nostra stanza per una bella dormita con il sottofondo dei rumori della natura che ci circonda. Domani si parte per il deserto… (continua)

Le foto della prima tappa del nostro viaggio:

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