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Bordeaux, gioia per papille e pupille

Per concludere il 2015 in bellezza, abbiamo deciso di scoprire una città famosa per il patrimonio architettonico e culturale UNESCO ma anche fiore all’occhiello dell’enogastronomia francese e mondiale.

E’ così che siamo atterrati a Bordeaux, che ha saputo rapire tanto i nostri occhi quanto le papille.

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Appena arrivati in città, ci coglie una strana sensazione di benessere: i nostri occhi si spalancano e un sorriso si stampa sui nostri visi. La causa? L’eccezionale luminosità di questa città, le facciate in pietra chiara e le strade selciate riflettono la luce del sole in modo unico.

Cominciamo la nostra visita dal cuore della città con il Grand-Théâtre e le Allées de Tourny. Ci fermiamo ad ammirare i palazzi e restiamo colpiti dalla loro regolarità, dall’incredibile chiarezza, nonché dalla magia dei loro dettagli. Ovunque i “Mascheroni”, sculture raffiguranti volti umani dalle espressioni più diverse che aggiungono sobrietà al rigore delle facciate.

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Nella capitale del vino non possiamo fare a meno di entrare in un’enoteca, poi scopriamo che questa si sviluppa su cinque piani ed ospita più di 15.000 bottiglie, suddivise per zona e dalle più accessibili arrivando a bottiglie da oltre cinquemila euro.

Poco più in là, quando siamo ormai sulla Place des Grands Hommes, assaggiamo un’altra specialità dolciaria di Bordeaux : i Cannelés, piccoli dolcetti caramellati che, secondo la leggenda, sarebbero stati inventati dalle suore della città con i residui di vaniglia e rhum raccolti nelle stive delle navi che tornavano dalle Americhe.

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Bordeaux è stato per secoli un porto importantissimo, grazie alla posizione geografica strategica. E’ anche per questo motivo che la città fu tra le prime a commercializzare il cioccolato. Ci facciamo tentare dalle vetrine della cioccolateria Cadiot-Badie. Dopo questo peccato di gola proseguiamo il nostro giro attraversando Place du Parlement e raggiungiamo Place du Palais, che ci svela anche un secondo nome : Place Brutus. Con la Rivoluzione francese infatti i nomi di numerose strade e piazze vennero cambiate, per cancellare ogni traccia della monarchia.

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E’ all’ombra della Porta Cailhau, che sembra arrivare dritta dritta da un libro di favole, che decidiamo di fermarci per cena. Decidiamo di far rotta verso « La Cagette » che propone un menu diverso al giorno a seconda dei prodotti disponibili al mercato, garanzia di qualità e freschezza. Riempiamo la tavola di gustose tapas con humous, verdure crude, bruschette al formaggio e altre leccornie per finire la giornata in bontà.

DSC_0509-sec-picIl secondo giorno il nostro giro comincia appena usciti dall’Hotel in pieno centro con la Chiesa Notre Dame in stile barocco, che ricorda una Chiesa siciliana, per poi dirigerci verso la piazza più fotografata di Bordeaux: Place de la Bourse.

Questa piazza maestosa ad arco, aperta sulla Garonna si riflette in uno specchio d’acqua che moltiplica la sua bellezza. Molto apprezzata sia dai turisti che dagli abitanti di Bordeaux questa offre uno spettacolo che cambia con il passare delle ore, a seconda della profondità dell’acqua, della posizione del sole e del vento.

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Qui d’estate come d’inverno è un continuo crocevia di bambini che giocano con l’acqua, corrono in questo elegante specchio d’acqua a mo’ di mega pozzanghera e di adulti che ammirano i magici riflessi o tornano anch’essi bambini raggiungendo i loro pargoli.

L’opera fa parte di un grande piano di rinnovamento della città avviato nel 1996 che ha visto la pulizia delle facciate, anneritesi a causa del tempo, ridando loro lo splendore di una volta, e l’arrivo del tram “senza fili”. Rinnovamento che sembra aver dato i suoi frutti a giudicare dal giudizio dei suoi abitanti nonché dai turisti, con la ricompensa di “migliore destinazione europea 2015.

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Passeggiando sulla rive gauche della Garonna, a pochi passi da lì, fa capolino il famoso Ponte di Pietra, il primo ponte della città, costruito soltanto nel 1822. Difficile immaginare che una città così importante come Bordeaux non aveva ancora un ponte, ma gli abitanti gli preferivano le barche, anche per raggiungere l’altra sponda della Garonna.

Attraversiamo la Grosse Cloche, imponente porta medievale che fungeva anche da torre civica, e continuiamo fin alla graziosa Piazza Lafargue. Lo stomaco comincia a farsi sentire e attirati dal pesce fresco in bella mostra all’ingresso decidiamo di fermarci da “Le Petit Commerce. Ne approfittiamo per assaggiare i tesori della costa atlantica : dalla freschezza delle ostriche ai sapori delicati dei frutti di mare.

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Ricaricate le batterie, raggiungiamo nuovamente il fiume per scoprire la città da un’altra prospettiva. Una gita in battello, tra capanni dei pescatori, il quartiere degli Chartrons, il nuovissimo ponte levatoio Chaban Delmas, e l’edificio di vetro destinato ad ospitare fra qualche mese « la Cité du vin ». La sua forma originale lascia spazio all’immaginazione : e c’è persino chi vi vede il movimento del vino nel bicchiere.

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Terminato il giro in barca decidiamo di esplorare lerive del quartiere degli Chartrons, dove una volta c’erano vecchi hangar abbandonati oggi ci sono uffici, negozi e un tram nuovo di zecca. All’ora di cena siamo attirati da un ristorante tanto piccolo quanto accogliente : « Le coin des copains », dopo una calda zuppa di zucca, un’entrecôte e un immancabile bicchiere di vino rosso e dei dessert da favola, la giornata può concludersi.

lecoindescopains-picPer il nostro terzo giorno a Bordeaux decidiamo di salire sulla Torre Pey Berland (che l’architetto decise di separare dalla Cattedrale per timore che le vibrazioni, unite al suolo paludoso, potessero far crollare tutto l’edificio) e affrontare i suoi 231 scalini per godere di una vista impareggiabile sulla città e la Garonna dai suoi 66 metri d’altezza. Raggiungiamo la cima proprio nel momento in cui l’orologio segna mezzogiorno e l’enorme campana si mette all’opera.

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Questa ci ricorda anche che l’ora del pranzo si avvicina e , trovandoci in zona, scegliamo di provare « la Kuzina ». Dai calamari fritti all’orata, il cibo è delizioso e ci rimanda ai ricordi di viaggio ellenici.

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Esploriamo il quartiere e la Chiesa di Santa Croce, tra piante di glicine rampicanti e casette basse dalle facciate in pietra chiara che ci attirano come il ferro con la calamita, continuiamo il nostro giro verso nord con la Basilica di San Michel e il suo altissimo campanile fino all’imponente monumento in onore ai rivoluzionari Girondini sulla Place des Quinconces.

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Prima del tradizionale cenone, raggiungiamo Baud et Millet per una degustazione di vini e formaggi per poter avere la carica giusta prima della notte di San Silvestro…..

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…e il 2016 è già qui! La gente esulta e gli innamorati si baciano sotto l’orologio della Piazza dell’Opera. La serata si conclude in strada con una discoteca improvvisata dagli inquilini del terzo piano, musica a tutto volume, balli in maschera e tante risate.

Il primo giorno dell’anno nuovo (e ultimo giorno per noi a Bordeaux) ci rilassiamo nei Giardini Pubblici e sorseggiamo un thè sul lungofiume ammirando leluci del tramonto che si riflettono su Place de la Bourse prima di prendere il volo per la prossima destinazione.

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Consiglio pratico: Con il “City Pass” visitate tutti i musei che volete e spostatevi in tram senza spendere troppo.

Dove dormire: Etche Ona, a due passi dal Grand Theatre, per raggiungere comodamente le principali attrazioni della città a piedi o in tram.

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