Map & Fork Blog, Voyage et cuisine du monde – Viaggi e cucina del mondo

Alto Adige – I paesi della Val d’Isarco tra masi e cucina tradizionale – 1° parte

Udite, udite! Inauguriamo una nuova sezione sul blog: i “guest post”. Non che siamo stanchi di scrivere delle nostre avventure, ma per dare spazio ad altri blogger che apprezziamo o a collaboratori che hanno qualcosa di bello da condividere e che non hanno un blog.
È il caso di Gianmaria e Elisa, che raccontano per voi (e anche per noi) la loro esperienza altoatesina.

Siamo partiti da Milano con molta calma, avendo a nostra disposizione la macchina ce la siamo presa comoda per raggiungere la meta del nostro viaggio: “la Val d’Isarco”. Obiettivo della nostra gita: andare alla scoperta delle famose città di questa zona e – da grandi golosoni che siamo – godere dei suoi prodotti genuini e della sua cucina tradizionale.

Verso le 2 arriviamo alla prima tappa del nostro tour: il maso di Gallo Rosso “Unterplattner” a Verdignes, piccolo paese sopra Chiusa immerso nel rigoglioso verde dell’Alto Adige. Da qui si gode di una delle più belle viste della valle che permette di estendere il proprio sguardo fino alle Dolomiti. Stregati dalla natura circostante e circondati da alberi di melo in fiore, dimentichiamo presto i quasi 330 km percorsi e la coda di 40 minuti in autostrada e siamo pronti a iniziare il soggiorno presso il maso. Ad accoglierci ci sono Agnes (la proprietaria) e la figlia Sigrid, che subito ci mostrano la loro realtà. Orgogliose ci raccontano che la maggior parte di ciò che vediamo è ottenuto dal lavoro della loro terra. Infatti, la legna con cui sono stati costruiti i tre appartamenti destinati agli ospiti (Fichtenhaus – abete rosso, Föhrenhaus – pino silvestre, Zirmhaus – pino cembro) è stata ricavata dal loro bosco. Anche i frutti usati per le marmellate, i succhi e le uova offerte durante la gustosa colazione provengono dal loro stesso maso e ciò che non viene prodotto da loro in loco proviene, comunque, da masi nei dintorni. Non mancano neanche gli animali: tra conigli, galline, cavalli e un vecchissimo asino c’è molto da imparare sulla vita in una fattoria. Tutto è gestito e curato direttamente da loro e noi riscopriamo la poeticità dei vecchi mestieri della vita agreste.

Ancora carichi di energie decidiamo di iniziare la visita alla città di Chiusa, incantevole cittadina nel cuore della Valle Isarco. Nonostante la pioggia intermittente, riusciamo a scoprire le meraviglie di questo borgo considerato tra i più belli d’Italia. Camminando per le sue vie ritroviamo intatto l’aspetto delle città medievali, caratterizzate da una piazza centrale con la chiesa parrocchiale (in questo caso votata a S. Andrea) da cui si diramano vicoli stretti dalle tipiche casette con le facciate merlate e le insegne in ferro battuto. Girovagando per le stradine più periferiche notiamo che da qui iniziano una serie di sentieri da cui si può partire alla scoperta della natura circostante. Infatti, affiancata da castagneti, da vigneti e da grandi boschi, Chiusa offre agli appassionati di trekking la possibilità di cimentarsi in piacevoli passeggiate immersi nel verde. Così, presi da un insolito spirito d’avventura – sappiate che siamo poco avvezzi alle passeggiate “impegnative” – e incentivati dal momento di schiarita decidiamo di percorrere il sentiero per raggiungere il Monastero di Sabiona.

Dopo appena 25 minuti seguendo il “percorso della via crucis“, raggiungiamo uno dei più antichi monumenti cristiani della regione che è stato la sede vescovile del Tirolo prima del suo spostamento a Bressanone attorno all’anno 1000. Da questa posizione privilegiata abbiamo una visuale completa del piccolo borgo e della vallata sottostante e restiamo in silenzio ad ammirare il panorama. Purtroppo la fame inizia a farsi sentire, così decidiamo di riscendere verso il borgo per il sentiero del bosco. Arrivati in centro ci fermiamo presso una graziosa locanda e iniziamo a sperimentare la cucina del posto: per antipasto Weisswurs, tipici wurstel tedeschi bianchi, accompagnati da una deliziosa senape dolce e da Brezel seguiti da ravioli di grano saraceno ripieni di formaggio alla capra e da zuppa d`erbe aromatiche con gnocco di formaggio fresco. Una vera delizia per i nostri palati!

Rifocillati, ma stanchi per la giornata intensa che abbiamo trascorso, decidiamo di proseguire l’indomani la nostra avventura e ritorniamo al nostro maso per ricaricare le energie. Sveglia alle 8. Agnes arriva con una “colazione da campioni” che potrebbe sfamare un intero esercito: caffè, thè, latte, panini, bresaola, formaggio, miele, marmellate, succo di mela, yogurt e mele, tutta produzione propria o locale. Insomma siamo pronti per affrontare il secondo giorno del nostro tour!

Partiamo visitando la vicina Velturno, conosciuta anche come il paese delle castagne. Decidiamo di non perdere tempo e andiamo subito a visitare il pezzo forte di questa cittadina: il rinomato Castel Velturno, edificato intorno al 1580 come residenza estiva per il principe vescovo di Bressanone Johann Thomas von Spaur. Ad accompagnarci nella scoperta dei segreti di questo straordinario palazzo è una guida turistica molto professionale e preparata. A colpirci non è tanto l’architettura del castello, quanto le pregiate finiture interne in stile rinascimentale, tra cui gli originali pavimenti in listelli di legno, le stufe in maiolica, il soffitto a cassettoni reso scuro mediante l’utilizzo di sangue di bue, gli intarsi in legno delle pareti delle stanze signorili, le innumerevoli decorazioni pittoriche che rappresentano temi allegorici, religiosi e pagani e la cappella affrescata al piano terra. Oggi questa straordinaria struttura, oltre ad essere destinata ad area visitabile ai turisti, è luogo di eventi e viene spesso affittato per la celebrazione di matrimoni. Fortuna vuole che ci imbattiamo in una novella coppia di sposi e nei loro invitati, alcuni dei quali sfoggiavano dei bellissimi abiti tradizionali della cultura altoatesina e che gentilmente hanno acconsentito a posare davanti la nostra macchina fotografica.

Fatto il pieno – per il momento – di storia e cultura, saliamo in macchina e ci dirigiamo a Bressanone. Qui decidiamo di visitare una piccola distilleria del Gallo Rosso: la Knöspele di Martin Rastner. Uomo dalle grandi doti creative, dal 2014 ha iniziato la sua produzione di acquaviti e grappe derivate dai frutti e dalle uve della sua terra. Con molta passione ci spiega il processo di lavorazione che dalla fermentazione della materia prima (mele, pere, lamponi, albicocche, uva Zweigelt e Gewürztraminer, ecc.) porta, attraverso alcuni passaggi molto delicati, alla realizzazione del distillato perfetto e al suo imbottigliamento. Abbiamo anche avuto la possibilità di degustare alcuni dei suoi prodotti tra cui la pregiata grappa Treber invecchiata in botti di rovere, una vera perla, tanto che ne abbiamo acquistato una bottiglia per noi e alcune per le nostre famiglie!

Tranquilli, non ci siamo ubriacati. Infatti, lasciata la distilleria siamo riscesi verso il centro di Bressanone dove, sfortunatamente, ci siamo imbattuti ancora una volta in alcuni sporadici acquazzoni. Ma non ci siamo scoraggiati e armati di ombrelli abbiamo proseguito visitando la città più antica dell’Alto Adige, nonché il capoluogo storico, culturale, economico ed amministrativo della Val d’Isarco. Il centro di Bressanone è caratterizzato da vicoli stretti fiancheggiati da portici che ospitano negozi e antiche locande. Suggestiva la piazza centrale con il municipio e l’imponente Duomo. Incantevoli anche la torre bianca che svetta sulla città e gli edifici storici circostanti in stili diversi, dal romanico al tardo barocco, riuniti in un insieme artistico-culturale di grande fascino e armonia. Una menzione particolare merita il chiostro di Bressanone, celebre architettura romanica con volte a crociera del XIV secolo che custodisce affreschi del periodo tardo-gotico.

In molte guide si parla della rappresentazione di uno strano animale: il “Cavalelefante”. Noi purtroppo non siamo riusciti ad individuarlo, se passaste da lì e riusciste nell’impresa per favore segnalatecelo! Qui abbiamo anche saccheggiato qualche negozietto con prodotti tipici; nel nostro cestino della spesa sono finiti speck e formaggi vari, wurstel, diverse senapi e qualche confettura. Insomma ce n’è per tutti i gusti! Avendo saltato il pranzo, abbiamo cenato presto in un ristorantino dietro la piazza del Duomo provando un tagliere di formaggi locali, “rosticciata” di manzo con insalata e patate e la “padella di pollo” con rosmarino e verdure primaverili. Sazi e soddisfatti concludiamo così la nostra visita a Bressanone e ci dirigiamo verso “casa” e rimandiamo al terzo giorno la scoperta degli altri luoghi!

…il viaggio continua con “ Alto Adige – I paesi della Val d’Isarco tra masi e cucina tradizionale – parte 2°”  

Gianmaria ed Elisa 

Cos’è un maso?

Il maso è il posto giusto per chi vuole una vacanza all’insegna del relax e di un modo alternativo di fare turismo. In Alto Adige si contano quasi duemila di queste piccole strutture autentiche gestite da famiglie contadine che fanno sentire gli ospiti come a casa. I masi con il Gallo Rosso hanno la particolarità di offrire ai clienti prodotti di produzione propria a km zero, dalla frutta ai formaggi passando dal pane e arrivando alle uova, sottoposti a rigidi controlli, che danno quel tocco di autenticità e bontà in più alla vacanza.

L’associazione è nata nel 1999 da un’idea dell’unione agricoltori e coltivatori diretti sudtirolesi con lo scopo di avvicinare i turisti al mondo contadino per far sopravvivere questa realtà fatta di tradizioni ed autenticità. I masi si dividono tra agriturismi, osterie contadine, prodotti gastronomici e artigiani contadini.

Et si vous aimez...
Left-up-arrow Supportez nous avec
un simple j'aime.

Rispondi