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Alto Adige – I paesi della Val d’Isarco tra masi e cucina tradizionale – 2° parte

Nel precedente reportage vi abbiamo lasciati sul più bello. Lo sappiamo, colpa nostra che scriviamo troppo, ma veniamo a noi! Il nostro terzo giorno è stato davvero molto ricco e stimolante! È iniziato con una stupenda giornata di sole, il cielo era di un azzurro straordinario e il verde delle montagne talmente vivo che sembrava di essere dentro una cartolina. Ad attenderci al nostro risveglio un’altra super colazione e una mega sorpresa: scuola di cucina con Agnes! Ci ha insegnato la ricetta di famiglia per la preparazione dello strudel! E siccome noi siamo molto generosi, abbiamo deciso di condividerla con voi. La trovate cliccando qui!

Finita la scuola di cucina siamo saliti in macchina diretti a Chienes. Qui abbiamo incontrato Margit di Gallo Rosso, che ci ha raccontato la realtà di questa associazione che dal 1999 promuove e favorisce l’attività di più di 1600 agriturismi in Alto Adige. Il suo scopo principale è quello di sostenere i masi “nello sviluppo di attività da affiancare all’agricoltura […] come l’alloggio al maso, la ristorazione contadina, la produzione di prodotti gastronomici genuini e l’artigianato autentico”. Esporre il logo Gallo Rosso implica, per i masi aderenti, il seguire dei corsi di formazione e il rispetto di parametri molto rigidi, tutto ciò al fine di garantire l’erogazione di un servizio di ospitalità molto elevato.

Su indicazioni di Margit abbiamo pranzato presso un maso che produce quasi interamente tutta la materia prima utilizzata nella preparazione dei propri banchetti: il maso “Schifferegger”. Per raggiungere il posto siamo risaliti lungo una piccola stradina di campagna e non appena arrivati ci siamo trovati di fronte una magnifica veduta della Val Pusteria. Circondati da boschi, prati e alberi da frutti, ci siamo sentiti fuori dal mondo, non si sentiva altro se non i suoni della natura. Qui conosciamo Edith, una donna molto pratica, dal carattere forte, con un cuore enorme e una passione smisurata per la cucina.Ci ha fatto subito accomodare ad un tavolo nella “stube” (tipico soggiorno tirolese caratterizzato dalla presenza nella stanza di una stufa) desiderosa di preparare per noi alcune delle sue gustosissime pietanze realizzate con i prodotti della sua terra e dei suoi animali. Per antipasto abbiamo preso un formaggio fresco alle erbe servito su un letto di ortica e fiori di campo accompagnato da succo di melissa e succo di sambuco. A seguire Tirtlan – frittelle di forma tonda e sottile ripiene di ricotta e spinaci – e Canederli – tipiche polpette altoatesine con un impasto a base di pane, uova, cipolla e latte preparate per noi nelle varianti allo speck, al formaggio e agli spinaci. Come portata principale capretto a forno, tenero e succoso, con contorno di spinaci e patate. Dulcis in fundo, torta ciambella fatta in casa con panna fresca e pesche sciroppate. Il tutto è stato cucinato e presentato da Edith in modo impeccabile. Poi, il sapere che gli ingredienti che hanno composto le pietanze provenivano dalla sua terra e che anche i piatti di carne sono stati cucinati utilizzando animali allevati al maso non ha fatto altro che aumentare il piacere nel degustare ogni singola portata!

Sazi ed estasiati, rimontiamo in macchina e andiamo a visitare un maso a Brunico che alleva razze rare: il maso “Christlrumerhof”. Qui conosciamo Sieglinde e Herbert, una simpaticissima coppia che dopo più di trent’anni di matrimonio continuano a colpire tutti per il loro sguardo innamorato e per la loro sintonia.A farci da cicerone è Herbert, l’esperto di animali di casa, che ci guida attraverso il maso alla scoperta delle creature che alleva. Possiamo ironicamente paragonarlo a Noè, perché come il noto personaggio biblico, attraverso il suo lavoro e con la conduzione del suo “maso arcacerca di salvare alcune antiche razze di animali domestici dall’estinzione. In pratica ne garantisce la sopravvivenza preservandone il patrimonio genetico e contribuendo così alla conservazione della loro biodiversità. Inoltre, come ci spiega Sieglinde, grazie ai comodi appartamenti di cui dispone il maso, è possibile vivere a diretto contatto con questi animali, trascorrendo una piacevole vacanza all’insegna della natura e del relax avendo, inoltre, la possibilità di conoscere specie rare come, ad esempio, i bovini Pustertaler e i conigli Blu.

Lasciati i dolcissimi amici a quattro zampe e salutati i padroni dell’arca, decidiamo di approfittare delle ore di luce rimaste per vedere la città di Brunico, capoluogo della Val Pusteria e fondata dal principe vescovo Bruno von Kirchberg dal quale ha preso il nome. Essendo arrivati un po’ tardi nel borgo non abbiamo avuto la possibilità di visitare i monumenti al loro interno e ci siamo limitati a vagabondare per le vie principali. Quindi andando un po’ alla cieca e passeggiando liberamente per le vie del suo pittoresco centro storico, abbiamo avuto la fortuna di ritrovandoci subito nel cuore pulsante di Brunico: la Via Centrale, che conserva ancora oggi il suo aspetto medioevale caratterizzato da edifici con finestre a sporto coronati da timpani merlati.La strada è piena di bar con tavolini all’aperto, ristoranti e negozietti, perfetta per i turisti in vena di fare shopping. Giungiamo alla Porta Orientale e da qui, dopo una piacevole passeggiata che sale su per la collina dal centro città, raggiungiamo il Castello di Brunico, fatto edificare nel 1251 dallo stesso principe vescovo Bruno von Kirchberg. Purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di vederlo all’interno visto che siamo arrivati al castello verso le 8 di sera, ma vi suggeriamo comunque di salire e godere del bellissimo panorama che abbraccia la città e che al crepuscolo è ancora più emozionante! Da qua su abbiamo adocchiato un paio di monumenti che hanno suscitato la nostra curiosità, così ridiscesa la collina siamo andati a vedere da più vicino la Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta e il Convento delle Orsoline. Ormai stanchi e sopraffatti dalle mille cose fatte in un solo giorno decidiamo di tornare a casa e di proseguire con il tour il giorno seguente.

Ci svegliamo sempre nel confortevole maso Unterplattner, questa volta però, fatta la nostra colazione, carichiamo i bagagli in macchina, salutiamo Agnes e la sua famiglia e ci dirigiamo verso la nostra ultima meta: Vipiteno. Considerato uno dei borghi più belli d’Italia, conserva intatta la bellezza delle città tirolesi medievali aggiungendo un’impronta particolare grazie al centro minerario poco distante. La città non è molto grande e si può benissimo visitare in poche ore, ma vale la pena visto tutte le peculiarità tipiche altoatesine che sfoggia, tra cui le bellissime case con le caratteristiche facciate colorate e gli Erker (bovindi), adornati con insegne in ferro battuto dorato e/o dipinto rappresentanti gli stemmi familiari o le imprese minerarie. Simbolo della città è la Torre delle Dodici che divide il borgo in due parti. Da un lato troviamo la Città Nuova dove risiede il municipio in stile tardogotico con davanti la statua di Giovanni Nepomuceno (eretta nel 1739 affinché proteggesse la città dalle devastanti inondazioni dei fiumi vicini). Dall’altra parte, c’è la Città Vecchia, che grazie alla Piazza Città è il centro della vita sociale del posto. Da qui in poi la via è costeggiata da graziosi negozietti e locande dove è possibile degustare degli ottimi piatti locali. Noi abbiamo deciso di fermarci in un ristorantino poco lontano dalla Torre e di assaggiare un piatto di tortellini di mortadella alla pizzaiola e del pesce salmerino servito su un letto di riso venere e piselli con riduzione di vino e erbe aromatiche. Avendo ancora del tempo a disposizione abbiamo raggiunto in macchina il vicino paese di Racines nella speranza di poter visitare le cascate delle Stanghe. Purtroppo il sentiero non era aperto ai visitatori per messa in sicurezza di alcuni tratti e siamo solo riusciti a scorgere qualche piccolo gorgo vorticoso, ma è una cosa che ci siamo ripromessi di vedere meglio in un prossimo viaggio.

Sfortunatamente il tempo a nostra disposizione è terminato e siamo stati costretti a dirigerci verso Milano e a riprendere la nostra routine di sempre. Ma siamo davvero felici di aver vissuto questa piccola avventura. Avevamo spesso sentito decantare le bellezze dell’Alto Adige, ma solo trovandoci lì abbiamo davvero compreso la magia di questi posti e speriamo di essere riusciti con il nostro racconto e le nostre foto a trasmetterla anche a voi! Se aveste bisogno di informazioni e consigli per visitare questi luoghi non esitate a sfruttarci! Ovviamente saremmo felici di rispondervi e poi di avere vostre notizie sul vostro viaggio!

Elisa e Gianmaria

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