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ScandiRail16: Notte nell’Hotel di ghiaccio e cani da slitta a Kiruna

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Dopo aver avuto un primo assaggio di Lapponia svedese con Abisko siamo pronti a scoprire di più su questi luoghi. Saliamo sul treno e contempliamo le bellezze che scorrono dal finestrino; è circa mezzogiorno, ma il colore del cielo potrebbe far pensare ancora all’alba. Le montagne innevate colorate di rosa dal sole che sale timidamente sono di una bellezza indescrivibile.

Rivedere il sole dopo qualche giorno, seppur solo per pochissimi minuti, ci lascia solo immaginare cosa può voler dire non averlo per diversi mesi, nonché l’emozione che, chi abita a tali latitudini, possa provare nel vederlo tornare.

Dopo poco più di un’ora, quando il contachilometri dello ScandiRail16 ha già superato la soglia dei tremila, il capotreno annuncia che stiamo arrivando a Kiruna, uno dei posti più a nord del nostro Interrail, nel cuore della Lapponia svedese200 km a nord del circolo polare artico.

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A Jukkasjärvi, a circa 20 minuti di strada, dal 1989 ogni anno a Novembre accorrono artisti e ingegneri da tutto il mondo per partecipare alla costruzione dell‘Ice Hotel, opera effimera e sui-generis creata con trentamila metri cubi di “snice” (miscela di neve e ghiaccio) e mille tonnellate di ghiaccio provenienti dal fiume Torne, dove tutto ritorna quando, con l’arrivo della primavera, l’intera opera si scioglie.

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Il tutto nacque per caso 27 anni fa. Ispirato dalla tradizione giapponese delle sculture di ghiaccio un giorno il Sig. Yngve Bergqvist ebbe l’idea di creare un corso per artisti e, visto il successo dell’evento, costruì un igloo sul fiume Torne che doveva servire come galleria d’arte e che battezzò, con un gioco di parole, “ARTic Hall”.

Gli inverni seguenti la struttura attirava un interesse sempre crescente e cominciò ad essere usata non solo per esporre opere d’arte ma anche per celebrazioni religiose. Una notte, dopo una delle tante feste organizzate in questo luogo, gli ospiti chiesero di dormire nell’ARTic Hall. Avevano tutti delle pelli di renna e sacchi a pelo e il giorno seguente si svegliarono entusiasti dell’esperienza vissuta. L’igloo non era mai stato concepito come albergo ma dopo quella notte l’idea dell’IceHotel divenne realtà.

Arriviamo quando la luce del giorno sta già lentamente andando affievolendosi, ne approfittiamo per girare velocemente all’esterno dei diversi “Igloo” per scoprire l’area e prendere familiarità con il luogo. Oltre all’Ice Hotel c’è infatti l’Ice Bar, dove persino i bicchieri sono di ghiaccio e l’Ice Church, Chiesa di ghiaccio pluriconfessionale, con tanto di fonte battesimale per i bambini più coraggiosi e dove ogni anno un centinaio di coppie da tutto il mondo vengono a pronunciare il fatidico “sì” in un’atmosfera polare.

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Quando stiamo per rientrare notiamo un piccolo assembramento di persone che aspettano il “corso di sopravvivenza” per la notte a -5°C. Incuriositi aspettiamo anche noi l’esperto che in una visita guidata all’interno dell’hotel di ghiaccio e delle sue camere, da consigli su come vestirsi per dormire una notte tranquilla.

sec-pic-DSC_3526Restiamo impressionati davanti a vere e proprie opere d’arte di ghiaccio presenti in alcune camere, come il pavone o l’imponente elefante, tutte effimere come castelli di sabbia. 

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Ci sorprende anche constatare che le camere siano dotate di impianto elettrico nonché antincendio (!) .

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Una volta conclusa la visita guidata, raggiungiamo la parte calda che precede l’ingresso all’Ice Hotel, dove i coraggiosi che passeranno la notte a -5°C fanno il check-in, posano le loro cose negli armadietti a disposizione, si riscaldano accanto al caminetto o approfittano della sauna. Qui, il personale della reception aperta 24 ore su 24, è a disposizione per consigli oltre che per fornire tutto il materiale necessario alle varie spedizioni.

Quando il termometro esterno segna -28°C, infiliamo gli stivali, la tuta da neve, il passamontagna, il casco e prendiamo la motoslitta verso la landa selvaggia ed incontaminata.Giunti in mezzo alla foresta, la nostra guida si ferma e ci invita a raggiungere la “cabina”, incrocio tra un capanno e baita, molto presenti nei boschi scandinavi.

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All’interno ci aspetta il caldo del fuoco ed una cena a base di zuppa e prodotti locali preparata dal nostro cicerone.

Al ritorno, le condizioni meteo non sono ottimali per avvistare l’aurora boreale, in compenso, una volta posata la motoslitta, mentre passeggiamo al chiaro di luna  intravediamo due piccoli occhi comparire nel buio dietro gli alberi che si riveleranno essere quelli di una piccola volpe che non smetterà di girarci attorno.

L’indomani, dopo una sostanziosa colazione per affrontare il freddo polare incontriamo Stéphanie, francese che ha lasciato  il suo lavoro d’ufficio a Londra, per venire a vivere nel cuore della Lapponia svedese. Arrivati alla sua “base” facciamo conoscenza con i suoi compagni di lavoro e di vita, i bellissimi husky che, per nulla intimoriti dai -30°C, scalpitano e non vedono l’ora di correre.

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Sin dai primi istanti abbiamo l’impressione di vivere qualcosa di magico ed emozionante come mai prima d’ora. I cani che corrono nel bianco della neve, le foreste di abeti innevati, il cielo con mille sfumature di rosa-arancio, il sole che sembra giocare a nascondino all’altezza dell’orizzonte e, come unico rumore, quello della neve che scivola sotto lo slittino.

Dopo circa due ore tra foreste che sembrano incantate arriviamo su un lago interamente ghiacciato sul quale fa capolino una piccola capanna di legno sotto uno scorcio di luna. Mentre Stéphanie entra ad accendere il fuoco, in questa “cabina”, noi ne approfittiamo per immortalare questo meraviglioso paesaggio.

secpic-DSC_3494L’impresa si rivela essere più complicata di quanto può sembrare, considerato che togliere i guanti a queste temperature è fortemente sconsigliato. Altro rischio è quello che la batteria vada KO, per questo è sempre meglio rimuoverla e tenerla al caldo in una tasca interna per inserirla solo quando necessario.

Quando il fuoco è acceso, ci accomodiamo al caldo della cabina dopo aver tolto tutto l’equipaggiamento,che sembra essere usciti da uno scafandro, e ci rifocilliamo con una zuppa calda e dei deliziosi panini (che, per evitare che si congelassero con queste rigide temperature, Stéphanie ha trasportato in due ghiacciaie, una dentro l’altra).

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Dopo un’ora attorno alla legna ardente siamo di nuovo riscaldati e ricaricati a dovere e pronti ad un’altra corsa con i meravigliosi cani con cui abbiamo già familiarizzato. Quando stiamo per ripartire la nostra guida accompagnatrice ci informa che la temperatura è scesa ulteriormente rispetto a qualche ora prima e si attesta ora sui -35°C. Mai in vita nostra avremmo immaginato di poter affrontare delle temperature così estreme senza morire di freddo.

Risaliamo in slitta, attraversando nuovamente paesaggi fiabeschi e ripartiamo non senza prima ringraziare la squadra di cani da slitta e Stéphanie per averci fatto vivere un’esperienza così unica.

Facciamo ritorno all’Hotel di ghiaccio, dove ci riscaldiamo con una sauna calda e con vista neve sull’esterno. Dopo una cena a base di risotto et Salmerino alpino, (pesce del nord europa che ricorda un po’ la Trota salmonata ed è spesso l’unica specie presente nei laghi artici), ci rilassiamo accanto al fuoco ardente prima della notte nella camera di ghiaccio.

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Le camere dell’IceHotel sono l’una diversa dall’altra. Eccone alcune tra quelle che ci sono piaciute di più.

 

All’ora X, ci presentiamo in intimo termico al banco del ricevimento, dove ci viene dato un sacco a pelo matrimoniale. Partiamo per un veloce sprint attraversando i pochi metri esterni a -30°C e i corridoi dell’Ice Hotel e dopo aver trovato la nostra camera-igloo ci infiliamo nel sacco a pelo prima che il freddo possa avere la meglio.

E’ stata un’esperienza che ci ha molto divertito e dobbiamo confessare che… non abbiamo avuto freddo un solo secondo! C’è da dire che i sacchi a pelo in questione sono concepiti per temperature che scendono fino a -25°C e nell’Hotel di ghiaccio la temperature non scende mai al di sotto dei -5°C.

Chi sopravvive alla notte glaciale riceve persino un diploma che certifica del coraggioso atto con tanto di temperatura esterna ed interna all’Hotel. Questo è quello di Map & Fork!

 

E’ caldamente consigliato di non portare nulla con sé in camera a parte il sacco a pelo (orologio, telefonino o altri effetti personali) vista la temperatura sotto-zero. Saranno i passi nella neve, seguiti da un good morning e una tazza di succo caldo di mirtillo rosso che vi risveglieranno.

Ri-attraversiamo in intimo termico i corridoi glaciali, non riuscendo a trattenerci dal ridere pensando a quanto unica sia questa scena, e dopo una bella colazione, ci prepariamo a partire per la nostra prossima destinazione: Rovaniemi, nel nord della Finlandia. Leggi il seguito

Guarda tutte le foto dello ScandiRail16 fino a Kiruna

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