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Strasburgo: viaggio nel tempo tra tradizioni e gastronomia

Rieccoci a Strasburgo, per continuare con voi la nostra scoperta della città, della sua cultura, della sua storia, dei suoi eventi senza dimenticare la gastronomia. Stavolta ci siamo fermati in due musei sul lungofiume per finire in bellezza a Montmartre. (Montmatre a Strasburgo? vi starete chiedendo. Proprio così! Vi sveliamo l’arcano se restate con noi fino alla fine.)

DSC_0043picDopo aver approfittato a più non posso delle bellissime giornate e del clima estremamente mite per un mese di Novembre per passeggiare lungo il fiume, nei numerosi parchi e giardini della città, il freddo invernale ha fatto la sua comparsa.  Ma di filosofia a voler vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, abbiamo deciso di cogliere il lato positivo e visitare due tra i musei più importanti di Strasburgo, grazie al Pass’Alsace. In uno abbiamo viaggiato nel tempo per scoprire la storia di Strasburgo attraverso i secoli, l’altro ci ha permesso di scoprire le tradizioni alsaziane proprio come in un libro di favole.

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La nostra visita comincia sulle sponde del fiume ill, che separa il cuore di Strasburgo e il suo centro storico con le tipiche stradine medievali dal resto della città. Alla fine della strada del vecchio mercato del pesce “rue du vieux marché aux poissons” fa capolino il Musée historique de Strasbourg (Museo Storico della città), situato in un palazzo che è a sua volta un monumento storico: l’antica macelleria. L’esposizione ripercorre la storia della città di Strasburgo partendo dal Medioevo per arrivare ai giorni nostri, dall’epoca in cui la Cattedrale millenaria era ancora solo un progetto e comportava inizialmente due frecce dirette verso il cielo, fino al suo ruolo presente di capitale europea.

Cosa ci ha sorpreso di più? Probabilmente sapere che all’inizio una parte della città era costruita su palafitte in quanto si trovava in una zona paludosa, o ancora che il ceto sociale degli abitanti di Strasburgo era codificato attraverso l’abbigliamento con una serie di regole molto dettagliate e severe.

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La storia segue il suo corso mano a mano che si procede con la visita, fino ad arrivare all’epoca del Rinascimento per scoprire l’arte della guerra, che susciterà l’interesse di tanti. I più (e meno) piccoli si divertiranno a provare i caschi che indossavano i soldati di quel tempo o la gorgiera, il colletto pieghettato degli aristocratici, potrete provare a sollevare una palla di cannone o ancora toccare diversi vasi e altre creazioni di ceramica. Il museo esce dai soliti schemi rendendo la visita più leggera e gradevole attraverso esposizioni da toccare, giochi interattivi, video e indovinelli. Ci riesce così bene che siamo rimasti due ore senza neanche accorgercene! Per questo il nostro consiglio è di dedicargli il tempo necessario perché ne vale davvero la pena.

Il Museo illustra ovviamente anche anche il momento storico che ha visto l’Alsazia diventare francese, prima che iniziasse un lungo tira e molla tra i due paesi che l’hanno vista passare di mano (o forse sarebbe meglio dire “di paese) innumerevoli volte. Si può allora assistere alla propaganda dell’epoca che aveva lo scopo di risvegliare uno spirito patriottico tra i giovani alsaziani che dovevano sentirsi fieri di combattere sul fronte. Altro momento molto interessante della nostra visita è stato ammirare la piantina in rilievo di Strasburgo, creata nel 1727 per il Re Luigi XV che si estende su ben 80m² e che rappresenta un’istantanea tridimensionale della città di quell’anno in una scala di 1:600

DSC_0055picA due passi dal musée historique, ci basta attraversare il ponte per trovarci al musée alsacien e cambiare atmosfera. Quest’ultimo illustra le tradizioni popolari regionali, in un edificio tradizionale composta da diverse antiche abitazioni collegate tra loro da scale e passerelle in legno. Qui ci siamo immersi nell’atmosfera delle tipiche casette alsaziane della fine del XIX° secolo.

L’esposizione ci ha condotti dalla stanza principale della casa, la stube, dal nome della stufa tradizionale che ne costituiva l’elemento centrale, alla cucina con la sua varietà impressionante di forme per dolci e brioches. Dal Kougelof al Lammele (brioche a forma di agnello pasquale), passando dai Bredele (biscotti di Natale), gli alsaziani sembrano essere delle buone forchette!
DSC_0090picUn altro spazio è riservato all’illustrazione dei riti delle diverse confessioni religiose attraverso l’abbigliamento e gli oggetti che accompagnano i vari riti della vita che vanno dalla circoncisione alle iscrizioni funerarie, passando per gli abiti da sposa (tradizionalmente di colore nero). Anche qui restiamo colpiti da strane maschere che venivano appese sulle porte dei mulini, alcune che richiamano maschere africane, altre personaggi della mitologia greca, il cui scopo era quello di tenere lontano il malocchio.
La nostra visita si conclude con un tuffo nelle tradizioni natalizie dell’Alsazia : oltre all’albero di Natale e alla classica coppia Saint Nicolas – Père Fouettard, il museo dispone anche di una collezione di giocattoli d’antan: modellini incredibilmente precisi, fragili e preziosi.  

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Dopo un pomeriggio dedicato a questi due musei così interessanti, la pioggia ci da una tregua e decidiamo di approfittarne per fare una passeggiata nel quartiere della Krutenau. Decidiamo di fermarci al ristorante le 14 juillet. Entrando, ci ritroviamo improvvisamente in uno scenario che ricorda Montmartre e le terrazze della Place du Tertre. Dal colore delle tovaglie al lampione sembra quasi di esserci.

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Anche i piatti ricordano le brasseries parigine e comprende classici della cucina francese. Dall’antipasto al dessert, sono tutti rigorosamente fatti in casa (come lo certifica il logo rappresentato da una pentola e un tetto) nonché il titolo di  “maître restaurateur” (che prova la professionalità del cuoco). Gustiamo la cena, composta da salmone affumicato, filetto di capriolo ai mirtilli e crème brûlée, accompagnati dai classici della canzone francese come Edith Piaf e Brassens.

Prima di partire, ci facciamo tentare dai gessetti e della lavagna nei bagni del ristorante per lasciare una traccia effimera del nostro passaggio e lasciamo quest’angolo di Parigi a Strasburgo riprendendo la strada verso casa sotto le luci tricolori del 14 luglio.DSC_0003pic

 

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