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Da un mese in Marocco: le nostre prime impressioni

Abbiamo scritto poco ultimamente perché siamo stati molto presi durante le prime settimane in Marocco. Concretamente, com’è la vita in Marocco?

Prima cosa, il clima.

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Pranzo al sole (a gennaio!) nel Riad in cui abbiamo alloggiato durante i primi giorni

 

Siamo arrivati ad inizio gennaio, imbacuccati con sciarpa, guanti e capellino di lana e quando siamo scesi dall’aereo è stato il sole il primo ad accoglierci: il nostro soggiorno non poteva cominciare meglio. Ha anche piovuto perché, sì, anche qui è inverno. È sempre bruttino vedere le palme sotto la pioggia ma dura raramente più di un giorno o due.
Al sole si sta bene, il pomeriggio siamo sui 20°C (sempre a gennaio), perfetto per pranzare fuori e fare il pieno di vitamina D.
La sera la temperatura è calata fino agli 0°C. Si sono dunque rivelati utili i vestiti invernali, soprattutto nella Medina, la città vecchia. Il freddo non è estremo ma qui la gente non ha l’abitudine di riscaldare la casa, né gli uffici, quindi spesso fa più freddo dentro che fuori.

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Una delle numerose porte d’accesso alla Medina

Meknès si divide in due parti :
– La Medina, circondata da antiche mura, è la città storica, con tanto di souk e venditori ambulanti... un vero labirinto! Dopo qualche giorno ce l’abbiamo fatta ad orientarci e potevamo quasi girarla ad occhi chiusi. Dal commerciante che ci saluta ogni giorno con un “buongiorno Napoli” al macellaio specializzato nella carne di cammello, senza dimenticare il minuscolo ristorante di Aisha dove abbiamo spesso cenato dopo il lavoro, nella Medina ci siamo presto sentiti come a casa. Qui la gente ti saluta, ti dà il benvenuto, il venditore di tappeti ti invita a casa sua, c’è un’atmosfera calorosa di paesino di provincia che a Strasburgo e nelle altre grandi città occidentali è ormai solo un ricordo.

La seconda parte, tutto ciò che fuori le mura della Medina, appartiene alla cosiddetta “città nuova” (o Hamria). Se nella Medina si è abituati ai vicoli stretti e pedonali, nella città nuova sono le automobili a farla da padrone. Le strade sono larghe, i semafori per i pedoni si mettono sul rosso quando state ancora attraversando e gli automobilisti sono già a qualche centimetro da voi… La strada è una giungla con le sue regole, diverse dalle nostre (anche se uno stage a Napoli non guasta in casi come questo…) ma basta poco per integrarsi e comprenderle.

Per riassumere, se la Medina è la cartolina del Marocco turistico, la città nuova è la vita di tutti i giorni. Molto più pratico per viverci, gli appartamenti sono più moderni (e ben isolati), mezzi di trasporto  – bus ma soprattutto taxi – i negozi di alimentari più grandi e si trova qualsiasi cosa, persino dei super/ipermercati.

L’altro aspetto del nostro arrivo è la burocrazia 

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Tutti i documenti necessitano l’autenticazione e tutte le copie devono essere certificate conformi…. vi ricorda nulla?

Se guardate “la casa che rende pazzi” nei 12 lavori di Asterix, beh… No, dai… al momento incrociamo le dita, la burocrazia è purtroppo universale e non è mai gradevole ma abbiamo già visto di peggio altrove. Quando si arriva in Marocco, si ha un visto che dura 3 mesi, ciò lascia il tempo di cercare casa, riunire tutti i documenti necessari e presentare la domanda per il permesso di soggiorno. Ottenere il fatidico permesso quando si ha già un contratto di lavoro in tasca non è complicato, ma se si arriva da turista e si cerca poi sul posto i 3 mesi rischiano di essere un po’ pochi. Per il permesso di soggiorno c’è bisogno di un contratto d’affitto valido (e una serie di altri documenti), per aprire un conto corrente (sul quale si possa ricevere uno stipendio in Dirhams) bisogna avere il permesso di soggiorno (o almeno la ricevuta di deposito della domanda)… niente di così complicato tutto sommato ma bisogna armarsi di pazienza e sapere che un bel po’ di tempo se ne andrà in queste pratiche.

Bilancio del nostro primo mese in Marocco :

décoSiamo sistemati, in un grande appartamento che potrebbe accogliere una famiglia numerosa (qui i monolocali non esistono), il cibo, il clima, la musica e la cultura ci ricordano molto l’Italia e il Mediterraneo in particolare, quindi, visto il nostro DNA, non abbiamo alcun problema ad adattarci.

Le donne che camminano da sole per strada possono sentire lo sguardo pesante degli uomini ma appena si è in coppia tutto torna normale. Le persone sono super accoglienti: in un mese abbiamo già fatto più conoscenze di quelle strette a Strasburgo in un anno e mezzo. I colleghi di lavoro, così come i negozianti del quartiere, possono rivelarsi di grande aiuto visto che qui tutto funziona col passaparola: dalla ricerca di un appartamento al lavoro passando per i consigli su dove trovare un particolare prodotto.

Continua:

place lahdimNel prossimo numero: le nostre visite turistiche a Meknès, l’artigianato locale, squisite ricette e aneddoti divertenti della vita quotidiana. Le nostre avventure, qualche disavventura e gustose scoperte non si fermano qui, restate con noi per il prossimo episodio!    

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